Kuota Khydra - CyclingON

Vai ai contenuti
KUOTA KHYDRA: UN DISCO (ANZI…2) PER TUTTO L’ANNO!


Finalmente ci siamo! Grazie a Kuota, abbiamo avuto la possibilità di testare una bici da corsa con impianto frenante idraulico a disco. Al di là di tutti i dibattiti, pensieri, filosofeggiamenti sui plus e minus di dotare le biciclette da corsa di freno a disco che negli ultimi tempi riempiono i discorsi tra gli operatori del settore e gli utilizzatori, finalmente la prova pratica!
Partiamo dai vari pareri di chi si schiera contro e a favore del disco.
Contro: il freno a disco non è paragonabile ad un freno tradizionale dal punto di vista della leggerezza, modulabilità e semplicità. Inoltre, il nuovo sistema rende necessario irrobustire ruote, telai e forcelle, in quanto durante la frenata il disco sollecita mozzo, raggi, cerchio e sottopone forcella e carro a sforzi laterali. Un altro minus non indifferente diventa così l’aggravio di peso necessario a "supportare" il sistema disco.
Si dice che l’aspetto sicurezza sia il tema "caldo" che di fatto impedisce all’UCI di omologare l’impianto frenante a disco nelle competizioni professionistiche: tale ostacolo è dovuto principalmente alla potenziale funzione tagliente ed al surriscaldamento del disco che diventerebbero pericolosi in caso di cadute.

A favore: il sistema è già ampiamente impiegato sulle MTB, settore in cui ha dato risultati apprezzabilissimi. Un grosso punto a favore è che il sistema a disco consente una frenata sicura in caso di impiego dei cerchi in carbonio, utilizzati ormai dal 100% dei professionisti, al contrario dei freni tradizionali che, nonostante appositi pattini in sughero, surriscaldano pericolosamente il materiale composito, compromettendo anche la frenata (tipico effetto a singhiozzo).
Fin dal primo impiego nel settore aeronautico (sui carrelli degli aerei), e successivamente automobilistico,  non si è mai tornati indietro rispetto all’adozione dei freni a disco.
A differenza del sistema tradizionale, nei sistemi frenanti a disco il cerchio non svolgere più la duplice funzione di elemento strutturale e superficie frenante, ma data la presenza del disco che serve appunto per la frenata, il cerchio può essere alleggerito e può essere realizzato con una gamma più ampia di materiali (anche i meno adatti alla frenata), ed anche il cerchio in carbonio non è più un problema.
Inoltre, per il cerchio non sono più necessarie la spalla laterale piatta né lo spessore rinforzato del fianco, proprio perché non è più necessaria la pista frenante.
Le scanalature sulla superficie del disco servono a creare discontinuità in modo da impedire la formazione della patina di acqua/sporco che pregiudica la qualità della frenata: ecco perché un sistema frenante a disco garantisce un rendimento costante con qualsiasi condizione meteo o del terreno.
Viceversa, di fatto non si apprezza in maniera sensibile una differenza di potenza nella frenata, dove il limite è dovuto all’aderenza degli pneumatici. Il plus del sistema frenante a disco è che riesce a erogare sempre la sua potenza efficace, a differenza di un sistema frenante tradizionale in cui in caso di acqua e sporco si ha un netto decadimento dell’efficacia frenante.
Per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza, si potrebbero introdurre delle protezioni dei dischi.
A livello strutturale, la coppia frenante applicata sul mozzo rende necessaria una revisione del design di raggi, telaio e forcella.

Dal punto di vista meccanico-cinematico, lo spessore del disco montato sul mozzo crea uno spessore che può influenzare anche la linea della catena,  negativamente soprattutto in caso di incroci "spinti" della catena corona-pignone.
I costruttori hanno ovviato a questo problema allungando il carro posteriore, riducendo così l’angolo che si forma con la catena: ecco allora che il nuovo sistema frenante è stato introdotto inizialmente sulle biciclette cosiddette Endurance, come quella oggetto del nostro test: la Kuota Khydra.
Il telaio è made in China, l'assemblaggio avviene a Villasanta (MB), il peso totale della bici nell’allestimento testato è di 7,430 kg, e questo già dovrebbe bastare a chi è scettico sull’adozione del disco per il motivo dell’aggravio di peso (la coppia disco ferma la bilancia a 260 g).
Ci teniamo subito a dire che il sistema appare "morbido" ma efficace, con una potenza frenante sempre costante, con l’unico lieve difetto che nelle frenante impegnative e prolungate si percepisce un leggero fischio. La bici però, ed ecco un altro elemento molto apprezzato, non vibra mai e non si scompone, sintomo di progettazione e bilanciamento accurati.
Il telaio è progettato appositamente per il sistema frenante a disco, tipicamente Endurance: tubo sterzo più alto e serie sterzo oversize, carro posteriore allungato, tubo orizzontale accorciato per una posizione più comoda e meno esasperata, movimento centrale 386, reggisella 31,6 mm, chiusura reggisella integrata a scomparsa. La Khydra è predisposta per l’installazione dei gruppi elettronici e persegue la pulizia delle linee grazie ai passaggi cavi interni.
Abbiamo percorso circa 500 km durante le 4 uscite del nostro test e la Khydra sembra davvero una bici costruita sulle nostre specifiche misure: è una bici "riposante", in sella non affatica e permette di assumere una posizione comoda tipica delle Endurance, ma al contempo è reattiva, soprattutto in salita ed in piedi sui pedali, andanseuse. Anche la presa alta sulle leve freno del sistema SRAM è particolarmente comoda e rilassata, naturale.
La scorrevolezza si apprezza già attorno ai 30 km/h, anche grazie alle ruote in carbonio Corima Aero ad alto profilo, che a dire il vero penalizzano un po’ la stabilità in discesa ed in caso di vento.
La Khydra è proposta da Kuota in 3 colorazioni: bianco/rosso, bianco/verde e nero.

Allestimento della bicicletta testata:
MODELLO: Khydra disc
TELAIO: Khydra (versione per freno a disco idraulico) taglia M
GRUPPO: SRAM RED 11sp
FRENI: SISTEMA DISC idraulico SRAM
RUOTE
RUOTE: Corima Aero tubolare (47mm)
COPERTURE: Vittoria Corsa CX
ATTACCO MANUBRIO: Deda 35
PIEGA: Deda 35
SELLA: San Marco Aspide
PEDALI: Speedplay Zero  
Prezzo:  6.900 €

Accessori e materiali utilizzati durante il test:
Casco Rudy Project Airstorm
Occhiali Rudy Project Agon
Abbigliamento B-Emme Madison e Garun
Scarpe Lake CX402

Le immagini e i testi possono essere riprodotti solo in parte citandone la fonte e l'autore oppure possono essere stampati solo per utilizzo personale e non a fini di lucro.
La citazione degli articoli e dei testi su altri siti è permessa purché non siano riprodotti totalmente e  sia presente un link che rimandi al testo originale.
Le immagini, tuttavia, possono essere linkate o scaricate per essere caricate su altri siti a patto che se ne rispetti l'integrità senza rimuovere il watermark www.cyclingon.com

Cycling ON è ideato e gestito da Tommaso Maggiolini
Privacy Policy
Torna ai contenuti